Sale, fa bene o fa male
Il Sale, fa bene o fa male? Recentemente il mondo scientifico è tutto scosso da una nuova scoperta sconvolgente, in contraddizione con le certezze che si avevano in precedenza. La nuova scoperta è stata fatta dai ricercatori della University of California Davis ed in seguito a questa hanno affermato che non bisogna avere paura del sale.
E’ noto che non bisogna consumare troppo sale ma, non bisogna preoccuparsi più di tanto, perché la soglia della quantità di sale, assumibile, è regolata dal nostro cervello, infatti, l’organismo umano richiede sale solo per quanto ne è necessario per la sua salute.
La quantità di sale da assumere è regolata dal cervello e non dalla dieta.
Dopo questa ultima scoperta si è a conoscenza che il sale non è così dannoso per la salute, come si pensava prima, quindi, sulla scorta di questa nuova esperienza, ogni persona dovrebbe poter consumare il quantitativo di sale necessario, che il suo cervello gli permette di percepire come sufficiente.
L’attuale quantità di sale che i medici consigliano, normalmente di assumere alle persone sane, è di 2300 mg. al giorno, mentre, alle persone a rischio di malattie cardiovascolari consigliano una quantità non superiore a 1500 mg. ma, queste quantità sono decisamente inferiori alle esigenze dell’organismo.
La ricerca è stata condotta dal prof. David Mc Carron e pubblicata sull’American Journal of Hypertension e riporta che, in seguito alla nuova scoperta, le persone hanno un certo intervallo di assunzione di sale al giorno che va da 2600 a 4800 mg. e gli autori affermano che questo intervallo e rimasto invariato per 50 anni in 45 Paesi.
Il prof. David Mc Carron afferma che i loro dati dimostrano chiaramente che l’assunzione di sale è regolata automaticame3nte in un intervallo normale relativamente ristretto, questo è determinato dalla fisiologia dell’organismo e dalle sue esigenze biologiche.
La ricerca ha richiamato, inoltre, l’attenzione sul fatto che una bassa assunzione di sale rispetto all’esigenza dell’organismo, può influire negativamente su alcuni fattori di rischio quali, lipidi nel sangue e l’insulino resistenza aumentando, anche, potenzialmente il rischio di malattie cardiovascolari e ictus.